Con la seconda canna del Frejus aumento dei transiti del 230%

Aumento dei transiti di mezzi pesanti nel traforo del Frejus sino al 230%.

di Leonardo Capella

I dati relativi al transito di mezzi pesanti nel tunnel del Frejus, secondo quanto comunicato da Sitaf (gestore l’autostrada Torino-Bardonecchia e della parte italiana del tunnel) si attesta a oltre 666 mila con un a media giornaliera di 1.826 mezzi per entrambi i sensi di marcia. Questa la situazione attuale.

A modificare questo equilibrio giunge l’ultimo parere favorevole da parte della Regione Piemonte per l’apertura al transito della galleria che doveva essere dedicata alla sicurezza. La decisione di costruire un seconda canna, presa dal Governo nel 2012, privilegiava la sicurezza stradale indicando l’invarianza dei flussi di traffico venne subito smentita indicando che non si trattava di una canna di sicurezza ma bensì di transito.

La nuova galleria, di cui è  prevista l’apertura nel 2019, permetterà il transito più di 1 milione di veicoli, con un a media giornaliera che potrebbe raggiungere i 2.800 passaggi e a cui viene fissato un tetto massimo di 4.200 transiti giornalieri. Quasi il 230 percento di aumento del transito.

Non rassicurano certo le affermazioni dell’assessore Francesco Balocco che il 24 febbraio, rispondendo a un interrogazione in Consiglio regionale,  ha dichiarato che la Regione vigilerà che il limite stabilito sia mantenuto, ovvero più del doppio del traffico attuale.

Questo aumento di traffico su gomma è in netto contrasto con gli obiettivi, da sempre, dichiarati dal Governo e dall’Europa. Il trasferimento modale (lo spostamento da trasporto su gomma a trasporto su rotaia e nave) è stato usato quale cavallo di troia anche per sponsorizzare il progetto AV Torino-Lione, indicando il trasporto su gomma quale mezzo più inquinante e pericoloso. Ora assistiamo ma questo paradosso, per la verità annunciato già da tempo dal movimento No Tav e dai movimenti ambientalisti, dove vengono costruite infrastrutture antitetiche e in concorrenza fra loro.

Il vicepresidente della Commissione trasporti del Senato, Stefano Esposito (PD), lancia una provocazione verso la componente ambientalista presente in Val di Susa:   “Lancio la sfida al Movimento 5 stelle e ai No Tav perché facciano con me una battaglia per abbassare la soglia del milione.  Un numero serio sarebbe 900 mila, tenuto conto che i dati di questi anni risentono della congiuntura economica fortemente negativa”.

L.C. 28.02.2015